Dov’è l’inverno, diosanto

cielo-grigioChi si era sempre amato, si era mandato affanculo da tempo, e chissà se tempi verbali e costruzione della frase sono giusti.

Tutto accade quando anche la città si scorda che è inverno, siamo al 25 ottobre cazzo, ho bisogno del freddo. Ti danno fastidio tutti, magliette bianche e vene che scorrono disegnate su braccia perfette e un poco tatuate, in giro con passeggini a pensare che il figlio sia il miglior capolavoro della loro vita, e il marito uno degli esseri più fedeli sulla faccia della terra, più dei cani. Allora ami il giornalaio che quando ti avvicini manco ti saluta, ti guarda come se avessi un gabbiano sulla testa e puzzassi di merda; tutte le mattine in piedi dalle sei, bravo, odiali.

Inizio a sperare nelle scie chimiche, in una bella traccia che dividerà il cielo e che farà crollare la pioggia su tutti noi. Quel giorno io non userò l’ombrello e vi odierò tutti, solo un po’ meno.

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