Mi sono chiesto perché, perché dormi in terra alle tre del mattino, ti sfrecciano le auto a fianco e per poco le bici di città non ti schiacciano l’orecchio, maledetti oggetti vintage a due ruote che nemmeno ti salutano, non ti vogliono svegliare.
Partono le fantasie di chi ti sta intorno o ti passa vicino, un viaggiatore senza meta, si potresti essere un viaggiatore senza meta che voleva scrivere qualche canzone e si è affezionato a un cane, Dolly; ora magari è un po vecchia, è da tanto che state in giro. Sarei curioso di chiederti come ti chiami ma stai dormendo o almeno hai gli occhi chiusi e non ti lamenti, anche se le macchine ti sfrecciano a pochi centimetri dalla fronte e le zanzare di Cagliari ti ronzano sui lobi. La brezza primaverile muove un ciuffo biondo che sbuca dal cappuccio, il colore dei tuoi capelli è colore di uomo venuto da lontano, uomo che viaggia da tanto. Si dice che a una sarda hai proprio strappato il cuore, ragazza bella e con i fianchi larghi, occhi di cenere rotti dal tuo incantesimo; sono passati lenti i secondi in cui vi siete guardati e avete cercato di passarvi qualcosa con il solo lavoro delle vostre pupille, troppa l’ansia Continua a leggere