BUCCE

La porta cigolava come sempre, così come la maniglia montata al contrario.

Lo scoccare dello scurino che sbatteva sul muro sanciva l’ingresso in casa.

Tutto era come sempre: perfettamente al suo posto. Un odore di cenere e agrumi trovava spazio nel pulviscolo che galleggiava nell’aria, dei raggi di luce caldissima lo trapassavano, filtrati dalla porta d’ingresso quasi socchiusa. Avrei potuto percorrerla a occhi chiusi quella casa. Esplorata fin da bambino, sui muri erano incisi i segni dei miei palmi. Con le suole delle scarpe cercavo il pavimento ruvido, freddo come sempre, freddo come il tempo del ricordo. 

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Fidati di me

pioggia-contro-il-vetro

‘Dove cazzo vai se piove?’

‘Seguimi e non lagnare come sempre, e attenta a dove metti i piedi!’

Manco a dirlo, Marta, era finita in una pozza; acqua fino alle ginocchia e urla per tre minuti, tre minuti sotto l’ Continua a leggere

Yellow Ledbetter (giarrone)

cannabis-tricomiLuk non aveva portato le cartine. Avrebbero girato quel pezzo di fumo anche nelle foglie, quelle di eucalipto, era già successo altre volte. May vomitava di fianco al ponte, la mano poggiata sulla trave di cemento e il viso rivolto verso i piedi; il peso del corpo si spostava sui talloni, avanti e indietro, con le unghie grattava il muschio secco sul ponte, quanto bastava per non cadere.

A Luglio anche Continua a leggere

Where Is My Mind

pixies-surfer-rosa-audio-cassette-_1Buttati sul cemento gelido come tre vermi. Luk nomignolo non del tutto originale con cui si faceva chiamare Luca, stava incastrato in un angolo della stanza, seduto con la testa rivolta verso l’alto, la schiena ben incuneata tra i due muri e le gambe distese davanti a lui, drittissime. I pantaloni erano ormai consumatissimi, non sarebbe stato difficile vederci il sole in controluce, soprattutto nella parte posteriore; a coprire i piedi taglia 38, due scarponcini neri da campagna, luridi al punto giusto. Continua a leggere

Caro BN

‘Stattene a casa tua quest’anno.

Sono tre giorni che guardo i miei figli, è solo Ottobre e già ho paura che pronuncino quella maledetta parola. Sarei pronto a tagliare tutti gli abeti, le luminarie, spaccare al muro tutte le palle rosse innevate del mondo, ma perché per un anno non ti fai i cazzi tuoi?

nuvole_con_pioggiaSarebbe bello esistessi, avrei una persona da far fuori per poi dire ‘da quest’anno Babbo Natale è morto’, nascondendo in un omicidio, giustificato, la povertà. Lo scorso 25 dicembre ho passato la cena a guardare miei figli, mia moglie e il soffitto, controllavo fuori dalla finestra sperando che smettesse di piovere, sperando che non iniziasse a gocciolare in mezzo al tavolo, sui nostri piatti, sui piatti dei miei figli. E’ stata clemente, la pioggia, meno i desideri dei nostri figli, coltellate nelle corsie dei giocattoli, colpi di pistola alle ginocchia di fronte alle casse.

Sii clemente anche tu quest’anno, stattene a casa, fatti davvero i cazzi tuoi. Senti ti propongo una cosa nelle prossime righe:

ci vediamo alle 19 dell’ 11 novembre, via Ancona, all’angolo con via Roma, alle 19 li. Porta con te una corda, questa l’unica cosa che riesco a chiederti per Natale (se vuoi portane due, e facciamo questo piacere a tante persone che conosco).

Ciao, maledetto Babbo Natale.’