‘Stattene a casa tua quest’anno.
Sono tre giorni che guardo i miei figli, è solo Ottobre e già ho paura che pronuncino quella maledetta parola. Sarei pronto a tagliare tutti gli abeti, le luminarie, spaccare al muro tutte le palle rosse innevate del mondo, ma perché per un anno non ti fai i cazzi tuoi?
Sarebbe bello esistessi, avrei una persona da far fuori per poi dire ‘da quest’anno Babbo Natale è morto’, nascondendo in un omicidio, giustificato, la povertà. Lo scorso 25 dicembre ho passato la cena a guardare miei figli, mia moglie e il soffitto, controllavo fuori dalla finestra sperando che smettesse di piovere, sperando che non iniziasse a gocciolare in mezzo al tavolo, sui nostri piatti, sui piatti dei miei figli. E’ stata clemente, la pioggia, meno i desideri dei nostri figli, coltellate nelle corsie dei giocattoli, colpi di pistola alle ginocchia di fronte alle casse.
Sii clemente anche tu quest’anno, stattene a casa, fatti davvero i cazzi tuoi. Senti ti propongo una cosa nelle prossime righe:
ci vediamo alle 19 dell’ 11 novembre, via Ancona, all’angolo con via Roma, alle 19 li. Porta con te una corda, questa l’unica cosa che riesco a chiederti per Natale (se vuoi portane due, e facciamo questo piacere a tante persone che conosco).
Ciao, maledetto Babbo Natale.’
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